New life, new place

New life, new place

18 anni: è tempo

18 anni: è tempo

18 anni… appena “maggiorenne” e la società ti riconosce la giusta maturità per poter votare, guidare, firmare le giustificazioni a scuola da solo, prendere in mano la tua vita staccandoti dal nido famigliare…

18 anni in un’azienda invece è diverso.
Sono circa 6500 giorni passati a fare qualcosa che se sei fortunato ti piace, ti appassiona, ti coinvolge, ti stimola, ti insegna, altrimenti sono 6500 giorni in cui ti svegli la mattina, ti prepari e vai in quel posto che ti permette di pagarti l’auto, la casa, le uscite, ma ti appiattisce il cervello, gli stimoli, la voglia di fare. E vegeti professionalmente.
Nei 6500 giorni vivi esperienze, malumori, nuovi rapporti di lavoro e di amicizia, nuove condivisioni.
Ma 18 anni di esperienza in un’azienda che professionalmente non ti ha dato delle skills rivendibili esternamente ha il sapore di un pugno di sabbia… però poi quando ti viene data la possibilità di cambiare, seppure in modo invasivo per la tua vita, ti rendi conto che è arrivato il momento di aprire quella mano e lasciar andare completamente tutta quella sabbia che ti ha appesantito.

E vai. Chiudi il capitolo perché ormai sei maggiorenne e hai la capacità di farlo, la maturità di prendere le tue decisioni, soprattutto se fai 18 anni quando ne hai 42 e capisci che un lavoro non può darti la felicità ma non deve neanche renderti un automa, non deve appiattire idee ed entusiasmi, non ti deve togliere qualcosa, ma dovrebbe invece aggiungere qualche skill, qualche esperienza, qualche conoscenza.
Io ci provo a cambiare il lavoro, ad assaporare nuove esperienze che non ti vengono negate perché sei “anziana”, che non ti vengono negate perché non hai esperienza.
Io ci provo a dare un senso diverso al lavoro che si fa quotidianamente, a quell’attività che ti permette di avere uno stipendio ma che sei libero di cambiare perché non ti piace, perché non ti fa stare bene o perché vuoi imparare nuove cose.
Io ci provo anche se vuol dire uscire dal mio paese, ricominciare una nuova vita dove non parlano la mia lingua ma dove hanno un concetto di vita lavorativa diverso da come ormai viene concepito qui.
Io ci provo, in fondo ormai, sono maggiorenne, è il tempo giusto per decidere.

«così alla fine sembra proprio un addio che sa di sale ma non fa male
quello che è stato è stato solo che io più di così non mi so piegare
che qui non è più tempo di rivoluzioni di giorni sbiaditi ad amarti per perderti
soffiami forte in faccia la felicità
poi sparami un colpo e spegni la realtà
io lo sapevo un giorno o l’altro che avrei rimesso in circolo la mia vita»
Music: Eppure ti dico Ciao – Alessandro Errico